ITALIA
Repubblica
dal nostro inviato MASSIMO CALANDRI
ALBENGA – “Liberaci dal male”, mormora monsignor Mario Oliveri dall’altare della cattedrale di San Michele Arcangelo. E sulla fronte gli s’allunga una ruga profonda: dolore, inquietudine. Amen, signor vescovo: ma è proprio vero che con tutti questi preti peccatori, Papa Francesco ha deciso di “commissariare” la sua diocesi? “Non voglio parlarne. Non è il momento”, taglia corto.
Dopo un quarto di secolo da indisturbato padrone di casa, Oliveri tra pochi giorni dovrà condividere il palazzo vescovile di Albenga con un altro prelato. Un “amministratore apostolico” scelto da Bergoglio per aiutarlo a reggere il peso dei troppi scandali delle sue parrocchie: sacerdoti condannati o indagati per pedofilia, altri che in processione corteggiano le fedeli più carine, parroci che posano nudi su Facebook o per siti gay, che svuotano le cassette delle elemosine e se la danno a gambe, che palpeggiano turiste adolescenti sul lungomare.
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