Foto hard e video con minori, i documenti nei pc dell’ex nunzio

CITTA’ DEL VATICANO
Corriere della Sera

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di FIORENZA SARZANINI

ROMA – Monsignor Jozef Wesolowski aveva un archivio segreto nascosto nel computer della Nunziatura di Santo Domingo. L’arcivescovo polacco di 66 anni arrestato tre giorni fa per volontà di papa Francesco dalla gendarmeria vaticana per pedofilia, custodiva oltre centomila file con foto e filmini pornografici: immagini scaricate da Internet e fotografie che le stesse vittime erano state costrette a scattare. Una galleria degli orrori che in parte conservava anche sul proprio pc portatile. Si vedono ragazzini tra i tredici e i diciassette anni umiliati di fronte all’obiettivo, ripresi nudi, costretti ad avere rapporti sessuali tra loro e con adulti. Ora l’indagine prosegue per scoprire altri complici. Personaggi che avrebbero aiutato l’alto prelato a procacciarsi i minori e che potrebbero aver partecipato agli incontri a luci rosse. Nel capo di imputazione si parla esplicitamente di «reati commessi in concorso con persone ancora ignote» e gli atti dell’inchiesta fanno comprendere come i promotori di indagine del Vaticano abbiano già trovato alcuni elementi per arrivare alla loro identificazione. Sono proprio i verbali e le relazioni contenute nel fascicolo processuale a svelare i contorni di una vicenda che appare tutt’altro che chiusa e anzi potrebbe avere nuovi e clamorosi sviluppi. Perché il sospetto è che Wesolowski possa essere inserito in una rete internazionale ben più ampia di quella emersa sinora.

I quattro volumi e le foto cancellate
Quanto ampia possa essere questa rete ben si comprende leggendo la perizia informatica che ricostruisce l’attività del nunzio di Santo Domingo richiamato dalla Santa Sede un anno fa e poi «dimesso» dallo stato clericale. L’accusa evidenzia «la particolare abilità dell’imputato a utilizzare strumentazione elettronica che può essere reperita per connessioni illecite. Comportamento che l’imputato ha mostrato di perseguire con modalità fortemente compulsive».

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