BishopAccountability.org
 
 

Ior, Gotti Tedeschi Al Contrattacco

By Andrea Tornielli
La Stampa/Vatican Insider
March 28, 2014

http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/ior-gotti-tedeschi-33044/

Gotti Tedeschi

L'ex direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il suo ex vice Massimo Tulli sono stato citati a giudizio dalla procura di Roma a conclusione dell'inchiesta che nel 2010 sfocio nel sequestro di 23 milioni dell'Istituto di Credito. L'accusa e di violazione delle norme antiriciclaggio. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e i sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci contestano ai due ex dirigenti dello Ior una serie di omissioni legate a operazioni ritenute sospette. Omissioni punite dalle nuove disposizioni in materia di prevenzione delle operazioni di riciclaggio. Gli inquirenti sono ora in attesa della fissazione del processo. La citazione diretta a giudizio, infatti, consente di evitare il pronunciamento del gup. L'inchiesta giudiziaria ha riguardato la violazione, da parte dello Ior, degli obblighi previsti dalle norme antiriciclaggio con particolare riferimento alla richiesta al Credito artigiano di trasferimento di 23 milioni di euro alla tedesca J.P. Morgan Frankfurt (20 milioni) e alla Banca del Fucino (3 milioni).

Se per Cipriani e Tulli, per la procura, ci sono elementi di responsabilita penalmente rilevanti, altrettanto non e invece emerso per l'ex presidente della banca della Santa Sede Ettore Gotti Tedeschi, la cui posizione e stata archiviata.

E proprio oggi, da Gotti Tedeschi giunge una notizia che sta nelle ultime righe di un lungo comunicato stampa a firma dei due avvocati Fabio Palazzo e Stefano Commodo: «il dott. Ettore Gotti Tedeschi ha incaricato i propri avvocati, ora che la vicenda e stata chiarita da una ineccepibile indagine della magistratura italiana, di prendere una serie di iniziative in sede giudiziaria per reagire ai numerosi attacchi mediatici tesi a denigrare la propria figura umana e professionale, essendo deciso a dimostrare anche per le vie giudiziali l’infondatezza delle accuse che gli sono state mosse dai Consiglieri al momento della sua estromissione».

Dopo due anni di silenzio, e dopo essere stato estromesso dalla presidenza dello Ior dal consiglio che gestisce la «banca vaticana» per mezzo di un comunicato a firma di Carl Anderson - un documento durissimo che non ha precedenti nella storia e nello stile della Santa Sede - Gotti Tedeschi passa al contrattacco e annuncia azioni legali. Ha atteso, invano, una riabilitazione, preannunciatagli all'inizio del 2013 dai piu stretti collaboratori di Benedetto XVI ma poi mai avvenuta.

Gli avvocati di Gotti riportano innanzitutto le conclusioni del Tribunale Penale di Roma, che in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura, con il decreto di archiviazione del 19 febbraio 2014 ha «condiviso le argomentazioni ampie e puntuali svolte dal Pm ed ha escluso ogni responsabilita del dott. Ettore Gotti Tedeschi nell’operazione che aveva portato nel 2010 la magistratura a sottoporre a sequestro 23 milioni di Euro dello Ior per la violazione della normativa anti riciclaggio». Un'indagine che partiva dalla convinzione che la mancata osservanza della normativa antiriciclaggio da parte dei responsabili dello Ior potesse permettere all'Istituto di «facilmente divenire un canale per lo svolgimento di operazioni illecite di riciclaggio di somme di denaro provento di reato, attraverso l’azione di correntisti compiacenti».

L'indagine ha accertato che «la violazione della normativa da parte dei dirigenti operativi dello Ior non era episodica», e che essi «avevano la consapevolezza di quali problemi tale disapplicazione potesse comportare (rischio riciclaggio)». Ma al contempo ha anche accertato che «Ettore Gotti Tedeschi non solo era totalmente estraneo al modus operandi» della dirigenza operativa dell’Istituto, ma che aveva «chiaramente operato per raggiungere un regime giuridico improntato a criteri e regole tali da scongiurare il ripetersi» di quei comportamenti dei dirigenti della «banca vaticana».

Inoltre, nel decreto di archiviazione la magistratura italiana riconosce che «solo grazie alle iniziative legislative ed istituzionali intervenute nei sei mesi successivi al sequestro, la Procura nel maggio del 2011 ha disposto il dissequestro dei 23 milioni di euro, confidando proprio nell’azione riformatrice intrapresa dall’allora Presidente Ettore Gotti Tedeschi», il quale, com'e noto, era stato uno degli artefici della prima legge antiriciclaggio vaticana. Legge che venne poi modificata tra la fine del 2010 e l'inizio del 2012. Dal decreto di archiviazione, sottolineano i legali dell'ex presidente dello Ior, «non appaiono riconducibili al prof. Gotti Tedeschi gli sviluppi sul piano normativo, interpretativo ed organizzativo susseguenti all'introduzione della nuova normativa antiriciclaggio del 2012, che sono stati oggetto, com’e noto, di contrastanti letture, anche in sede di organismi internazionali».

Ma gli avvocati di Gotti vanno oltre. E affermano che quanto e emerso dall’indagine della magistratura italiana «e incompatibile con le contestazioni mosse al Presidente Gotti Tedeschi dai Consiglieri di amministrazione dello Ior apparendo tali addebiti infondati e palesemente strumentali al fine di rimuoverlo dal suo incarico, ricoperto dallo stesso con professionalita e efficacia, tanto da conseguire risultati prestigiosi a livello di riconoscimento da parte di organismi nazionali ed internazionali, tanto e vero che grazie al suo operato ed alla credibilita che aveva conferito all’Istituto, la stessa Procura della Repubblica di Roma aveva restituito allo Ior i 23 milioni precedentemente sequestrati».

E in particolare che «l’addebito mosso dai Consiglieri a Gotti Tedeschi di non aver saputo interagire con il management dello Ior appare essere stato, oggi con palese evidenza, frutto di un grave errore di valutazione da parte di coloro che non avevano compreso le buone ragioni per le quali il Presidente non aveva riposto fiducia nelle condotte adottate dalla Direzione dell’Istituto, le cui persone oggi non ricoprono piu il loro ruolo per le note vicende». Insomma, scrivono gli avvocati, Gotti aveva buone ragioni per non fidarsi del direttore generale della «banca vaticana» e del suo vice, costretti a dimettersi un anno dopo l'estromissione del banchiere piacentino a motivo dell'inchiesta su monsignor Nunzio Scarano. Eventi che avevano portato il nuovo Papa, Francesco, a istituire in fretta una commissione referente d'inchiesta sullo Ior.

Dalle motivazioni del decreto di archiviazione si evince dunque che «Gotti nella sua qualita di Presidente Ior ha ben operato, per il bene della Chiesa e secondo il mandato ricevuto da Benedetto XVI, ma che e stato ostacolato nel perseguimento di tale azione dalla Direzione dell’Istituto, di cui si conferma infatti il coinvolgimento nella prosecuzione dell’indagine».

Dalle indagini, si legge ancora nel comunicato degli avvocati, che hanno allegato il testo decreto di archiviazione, risulta che Gotti Tedeschi «e rimasto estraneo alle operazioni incriminate, risultando anzi dagli accertamenti effettuati che si e speso nell’adempiere al mandato ricevuto di accompagnare l’Istituto Vaticano nella White list». In particolare, e emerso che l'allora presidente della «banca vaticana» era stato iscritto nel registro degli indagati «solo perche in astratto abilitato ad operare in quanto “legale rappresentante” sul conto Ior, mentre le indagini hanno accertato che la persona che nella specie aveva concretamente “operato” per conto dello Ior era il direttore generale Paolo Cipriani».

Ed e emerso pure, scrivono gli avvocati, che «le indagini svolte hanno consentito di accertare l’estraneita del Presidente Ettore Gotti Tedeschi alle condotte incriminate ed al “modus operandi” dei dirigenti operativi dell’Istituto». In piu, oltre a verificare che Gotti non era ricollegabile in alcun modo alle «condotte concretamente tenute» dal management dello Ior, in un passaggio del decreto si riconosce che «l’attivita del prof. Gotti Tedeschi come Presidente dello Ior e stata essenzialmente orientata a dar vita ad una nuova policy dell’istituto nel quadro dell’adozione di un insieme di misure miranti ad allineare lo Stato della Citta del Vaticano, sul versante del contrasto al riciclaggio, ai migliori standard internazionali, attraverso l’adozione di una normativa antiriciclaggio e la creazione dell’AIF (Autorita di informazione finanziaria) in grado di intrattenere proficui rapporti con gli omologhi organismi operanti in altri paesi (ed in Italia con la nostra Unita di informazione finanziaria)».

Nel comunicato i due legali di Gotti citano il duro documento con cui il presidente dello Ior venne sfiduciato affermando che ne viene provata «definitivamente la strumentale inconsistenza dei punti piu rilevanti». Si ricorda, citando una recente intervista al «Messaggero» del segretario di Papa Benedetto e Prefetto della Casa Pontificia Georg Ganswein, che Gotti era stimato e apprezzato da Ratzinger, il quale «venne tenuto all’oscuro della sfiducia».

Ancora, si ricorda che «la chiusura del processo Vatileaks con le relative condanne spiega senza ombra di dubbio la assoluta estraneita del Presidente Gotti Tedeschi all’uscita di qualsiasi documento in suo possesso o di altri». Una pesante allusione in questo senso, che lasciava aperta la possibilita di un coinvolgimento di Gotti nella diffusione dei documenti riservati, era infatti contenuta nel documento di sfiducia

Gli avvocati affermano inoltre, sempre a proposito del documento di sfiducia con il quale Gotti e stato liquidato, che «era ben giustificata la sfiducia del Presidente Gotti Tedeschi nei confronti dell’operato della Direzione dell’istituto e la sua responsabilizzazione per i rischi che ne derivavano all’Istituto e che, purtroppo, sono stati puntualmente confermati dalle vicende che hanno giustificato la prosecuzione dell’indagine a carico del dott. Cipriani e del suo vice dott. Tulli».

«Alla luce dei provvedimenti emessi dall’Autorita Giudiziaria, oltre che all’esito degli accertamenti ed accadimenti intervenuti negli ultimi venti mesi, il prof. Ettore Gotti Tedeschi - si legge ancora nel comunicato - evidenzia come adesso emerga chiaramente quanto del tutto infondate e strumentali siano state le contestazioni che gli sono state mosse dai Consiglieri di amministrazione dello Ior al momento della sua estromissione dalla Presidenza e ben giustificate le ragioni della sfiducia riposta dall’allora Presidente nei confronti delle condotte adottate dalla Direzione dell’Istituto, le cui persone oggi non sono piu al loro posto per le note vicende».

Il decreto di archiviazione, secondo i legali di Gotti, «crea quindi le premesse per l’accertamento delle reali motivazioni della sfiducia, in particolare delle sollecitazioni e dei condizionamenti che hanno motivato la condotta dei membri del Consiglio dello Ior che, sfiduciandolo, hanno di fatto creato la situazione per il verificarsi di gravi errori e quindi gravi danni alla Santa Sede. Il Consiglio di amministrazione ha infatti, di fatto, consentito - aggiungono gli avvocati - che si mantenessero i cambiamenti, criticati da Moneyval, della legge antiriciclaggio, anche consentendo indirettamente la modifica e il ridimensionamento del ruolo dell’Aif, da posizione indipendente a dipendente da organi della Santa Sede».

E per questa ragione che «dopo un lungo periodo di silenzio» Gotti ha deciso «di prendere una serie di iniziative in sede giudiziaria per reagire ai numerosi attacchi» tesi a «denigrare la propria figura umana e professionale».

 

 

 

 

 




.

 
 

Any original material on these pages is copyright © BishopAccountability.org 2004. Reproduce freely with attribution.