| IL Vertice Segreto Dei Cardinali Italiani a Casa Di Sodano Per Eleggere Bagnasco Nuovo Papa
The Fanpage
March 5, 2013
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Un'ora dopo l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI l'incontro segreto per proporre il nome di Bagnasco come suo successore.
Un incontro segreto, tenuto nascosto anche ai collaboratori più fedeli. Solo un'ora dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI i porporati italiani si sono incontrati nella dimora del cardinale Angelo Sodano per fare “quadrato” intorno ad un nome italiano da sostenere nella corsa verso lo scranno di San Pietro.
La scelta sarebbe ricaduta su un altro “Angelo”, Bagnasco, già cardinale di Genvoa e sostenitore della linea di Giovanni Paolo II. Quella linea che prevedeva una “tolleranza” verso l'omossessualità interna alla Chiesa e che ha tenuto nascosti i casi di preti accusati di pedofilia.
Una scelta che, de facto, mira a sconfessare le scelte fatte da Benedetto XVI. Questi – come scritto da Fanpage poche ore dopo le dimissioni- appena insediato inviò una lettera a tutti i Seminari sparsi per il mondo in cui si intimava l‘allontanamento di tutti coloro i quali fossero anche solo sospettati di omossessualità. Un dogma, quest'ultimo, applicato anche alla lotta alla pedofilia e alla commistione chiesa-criminalità. Un dogma che i vertici ecclesiastici italiani hanno sempre mal digerito: a partire proprio dal Cardinale Sodano.
La sceta di Bagnasco cancellerebbe i “progressi” di Benedetteo XVI e si rimeterebbe nel solco di Papa Wojtyla, quello del silenzio più assoluto su quanto avviene tra le mura dei Seminari e delle Chiese. Il vertice a casa di Sodano aveva come intento la riunione della lobby italiana che non ha mai visto di buon occhio Ratzinger. Quella lobby che, in un primo momento, aveva sostenuto la sua elezione – certo di un pontificato breve data l'età -; un pontificato che non avrebbe dovuto intaccare la “prassi del silenzio” su omossessualità, pedofilia, IOR e criminalità.
Mai in Vaticano si sarebbero aspettati che il “pastore tedesco” sarebbe entrato con tale veemenza sulle suddette tematiche. Mai si sarebbero aspettati una sua presa di posizione così forte. Lui, uomo di carte e teologia, divenuto improvvisamente uomo di calcolo e azione.
Non risulta casuale neanche la scelta dell'incontro a casa di Sodano, Nunzio Apostolico in Cile, vicino a Pinochet e artefice della visita di Giovanni Paolo II nel paese sudamericano. Non è un caso che sia il cardinale più vicino ai potenti Legionari di Cristo a convocare il “summit italiano”, quei Legionari che possono contare su 24 seminari in Europa, nelle Americhe e in Australia e che a Roma sono proprietari del modernissimo Ateneo pontificio Regina Apostolorum. I Legionari possiedono, inoltre, 9 università, 166 scuole e istituti superiori in numerosi paesi. Oltre ai sacerdoti, i “legionari” hanno 870 Legionari laici, attivi in 5.266 comunità dell’America Latina e più di 50 mila seguaci del movimento parellelo Regnum Christi.
Non è caso che sia Sodano, in qualità di Segretario di Stato, a fare pressioni su Ratzinger, per fermare la denuncia di alcuni “legionari” sulle violenze sessuali subite. Pressioni respinte al mittente da Bendetto XVI. Bertone è la chiave di volta dei “salotti romani” di vescovi e arcivescovi, uomo inviso all'attuale Papa che volle le sue dimissioni da Segretario di Stato – ruolo ricoperto sotto Wojtyla -. Tra quei salotti romani sarebbe nata la trappola del “corvo“.
Il Papa uscente – che già da un anno meditava la sua scelta - ben conscio dello scenario che si sarebbe profilato, ha cambiato la “legge elettorale” cosicché, dal prossimo conclave, la maggioranza necessaria all'elezione del Papa sarà di due terzi dei votanti per tutti gli scrutini anche dopo il tredicesimo giorno di Conclave – mentre Giovanni Paolo II aveva stabilito che, a partire dal XIII giorno, sarebbe bastata la maggioranza semplice -.
La riunione è servita anche a capire di quanti cardinali è composta la lobby italiana. C'è chi dice che non abbiano la “maggioranza” poiché Ratzinger avrebbe dalla sua 80 porporati, ovvero i due terzi del conclave.
La scelta di Bagnasco – Presidente della CEI nominato da Benedetto XVI ma esautorato dei poteri di cui godeva il suo predecessore Ruini – mira a rompere il fronte compatto che sostiene le riforme di Ratzinger.
In Vaticano in queste ore si sta consumando una lotta interna tra il blocco italiano e quello dell'attuale Papa. Due visioni antitetiche di Chiesa. Due visioni che non saranno risanate grazie ad una fumata bianca.
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