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IL Prete in Cella: «sono Sieropositivo» Corriere della Sera May 21, 2011 http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_21/donseppia-cella-sieropositivo_9d5b4694-8380-11e0-8dd4-79550cb0ed2e.shtml?fr=box_primopiano
«Sono sieropositivo» ha detto don Riccardo Seppia entrando venerdi scorso nel carcere di Marassi. Non era tenuto a dichiararlo, ne a sottoporsi al test sull'Hiv che si effettua solo volontariamente, ma lui, il parroco accusato di abusi su un minore e cessione di stupefacenti, ha raccontato subito al medico del carcere qual era la sua condizione. Non e stata una sorpresa, perche la sieropositivita di don Riccardo e gia indicata, nero su bianco, nella penultima pagina dell'ordinanza di custodia cautelare del sacerdote, emessa dal gip di Milano il 12 maggio. E un'informazione - trapela dagli investigatori - che e stato necessario mettere in chiaro per definire il contesto in cui si muoveva don Riccardo, le sue abitudini promiscue di «prete della notte», amante di discoteche, saune e palestre. Arriva alla fine del lungo elenco di contatti telefonici e intercettazioni ambientali in cui il sacerdote chiede ossessivamente agli spacciatori con cui e in contatto di procurargli ragazzini per «divertirsi un po'», sempre alla ricerca di rapporti sessuali e cocaina. Tuttavia, almeno per ora, nessuna ipotesi di reato e stata formulata sulla base della sieropositivita del sacerdote, don Seppia non e indagato per reati conseguenti a rapporti sessuali a rischio contagio con minori o adulti. Il fatto che il sacerdote sia in una cella singola non e in relazione alla malattia, i detenuti sieropositivi sono quasi un terzo della popolazione carceraria e, a parte alcune misure igieniche, fanno vita in comune. Tuttavia ieri don Seppia ha chiesto al direttore del carcere di Marassi di essere trasferito: «La situazione per me, qui, e insostenibile» ha detto. La «situazione» sono i continui insulti e le minacce che arrivano giorno e notte dalle altre celle, cosi don Seppia e costretto a consumare i pasti da solo e ha anche rinunciato all'ora d'aria per evitare qualunque contatto con gli altri detenuti. La sua richiesta e stata accolta. Probabilmente gia domani sara trasferito nel settore «sex offender» del carcere di Sanremo. Ma prima, oggi, rispondera alle domande del pubblico ministero Stefano Puppo. Ieri il pm ha lungamente interrogato (per oltre cinque ore) Emanuele Alfano, il ventiquattrenne ex seminarista e croupier arrestato con l'accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Proprio don Seppia avrebbe firmato la relazione di presentazione di Alfano per l'ammissione al primo anno di seminario, nel 2006, ma Alfano fu giudicato «non idoneo» al sacerdozio quasi subito e allontanato. Agli amici del quartiere, lo stesso di don Seppia (abitano a poche decine di metri di distanza) aveva raccontato di aver lasciato il seminario perche «disgustato». Ieri e stato indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile un ragazzo italiano da poco diciottenne. Alfano lo avrebbe agganciato proprio alla Fiumara, nei giardini spelacchiati intorno al centro commerciale quando il nuovo indagato era ancora minorenne e l'avrebbe coinvolto in festini gay. Poi - secondo l'accusa - il giovane sarebbe diventato a sua volta un reclutatore di ragazzini. Alfano ha parlato come un fiume in piena, c'e chi dice spaventato da una prima notte in carcere, trascorsa in cella da solo ma a portata di voce degli altri detenuti. Ha fornito molto materiale agli inquirenti, nomi e date, utili questa mattina per il primo vero interrogatorio di don Seppia che - precedentemente - si era chiuso nel silenzio. «Il mio assistito - dice l'avvocato di don Seppia, Paolo Bonanni - nega di aver avuto incontri con bambini e assolutamente mai con un bambino di dieci anni». Quelli intercettati al cellulare sarebbero deliri indotti dalla cocaina, giochi erotici solo verbali, e la spiegazione del parroco. Che ieri ha chiesto di avere in cella la Bibbia, il breviario e alcuni libri di storia moderna. Don Seppia ha ripreso a pregare. |
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