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Pedofilia: Don Riccardo Resta in Carcere, Ascoltato Quindicenne The L'Unico May 17, 2011 http://www.lunico.eu/2011051746998/cronaca/pedofilia-don-riccardo-resta-in-carcere-ascoltato-quindicenne.html di FRANCESCA THEODOSIU (L'UNICO) - Rimarrà in carcere don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato venerdi scorso con l'accusa di abuso sessuale di minore e spaccio di sostanze stupefacenti. E' quanto ha stabilito il gip Annalisa Giacalone, dopo l'interrogatorio di ieri durante il quale il sacerdote, assistito dall'avvocato Bonanni, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. La motivazione addotta dal gip è che don Seppia possa inquinare le prove e reiterare il reato; non viene presa in considerazione, invece, l'ipotesi di fuga. Ascoltato il quindicenne molestato, ha subito confermato di essere stato baciato dal parroco, come si legge nell'intercettazione della telefonata che Don Seppia fa ad un amico «Ormai è fatta. L'ho baciato in bocca». Ma nell'inchiesta sarebbero coinvolti altri minorenni, tutti adescati tramite sms o chat e residenti a Milano, dove don Riccardo si recava spesso, essendo abituale frequentatore di discoteche e saune. Intanto le indagini degli inquirenti proseguono e si arricchiscono di ulteriori sconcertanti particolari. Da quanto emerge dalle 40 pagine dell'ordinanza emessa dal gip di Milano, don Riccardo Seppia prediligeva ragazzi molto giovani, di 14, massimo 15 anni, poiché riteneva che, già a 16, fossero "troppo vecchi"; e, meglio se avessero qualche disagio, o problemi in famiglia, o se fossero assuntori abituali di droga. Il suo procacciatore, uno spacciatore nordafricano, adescava le vittime in un grande centro commerciale di Sampierdarena, oppure nel centro storico e, una volta verificata la disponibilità del ragazzino, dava il suo numero di telefono al prete che lo contattava cominciando a fargli delle avances. In cambio di favori sessuali, don Riccardo prometteva cocaina, in alternativa, una banconota da 50 euro. E le telefonate ed i messaggi del parroco erano così insistenti, decine al giorno, da far ritenere il suo comportamento "morboso"; motivazione che ha convinto il gip di Milano a lasciare il prete in carcere. Ma «Don Riccardo è pronto ad assumersi le sue responsabilità ed a collaborare con i magistrati», è quanto ha affermato l'avvocato Bonanni, che si dichiara pronto a chiedere un nuovo interrogatorio, ma solo dopo aver letto tutti i fascicoli dell'inchiesta. A Sestri Ponente, l'opinione pubblica è ancora divisa tra colpevolisti e garantisti: «andava in discoteca - ricorda qualcuno - e tornava spesso tardi la notte, in compagnia di uomini ambigui»; altri, invece, sostengono che «sembrava così buono», ma vengono immediatamente zittiti da chi ritiene fermamente che Don Riccardo Seppia sia un delinquente e lo ricorda all'uscita di un locale di tendenza gay della zona, o con la cuffietta dell'i-pod nelle orecchie, o, ancora seduto nella sua auto ad ascoltare, per ore, canzoni dei Village people e di Baglioni. Tacciono, invece, le famiglie delle vittime degli abusi, che stanno valutando di costituirsi parte civile e farsi rappresentare da un unico avvocato. Non chiedono vendetta, ma solo giustizia per i loro figli, che hanno subito soprusi ed angherie dallo stesso prete che, solo pochi anni prima, li aveva battezzati: il sacerdote che sarebbe dovuto essere un punto di riferimento e di guida per i giovani di quella comunità e non il loro carnefice. «Ci hanno fatto ascoltare le intercettazioni telefoniche - si limita a dire uno dei genitori ascoltati dagli inquirenti nei giorni scorsi - nelle quali si ascoltano commenti terrificanti di quell'uomo nei confronti dei nostri figli. Sono cose inaudite, indicibili e irripetibili...». E, mentre le indagini proseguono, sul muro della chiesa si legge una nuova scritta fatta con una bomboletta spray «Don Seppia vile, la tua chiesa il tuo porcile», lo sfogo di una cittadina sconvolta ed amareggiata. |
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