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Gli Sms Choc Del Prete By Alessandra Pieracci LA Stampa May 17, 2011 http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/402586/
Allo spacciatore marocchino che si muoveva tra Milano e Genova(indagato) chiedeva di procacciargli ragazzini fragili: «Non li voglio di 16 anni, ma più giovani. Quattordici anni vanno bene. Trovameli che abbiamo problemi di famiglia, disagiati». Con l'amico ex seminarista quarantenne del suo stesso quartiere (E.A., barista e aspirante croupier di bordo, indagato) parlava del centro commerciale della Fiumara e del centro storico come ambiente favorevole per adescare i minori. Conversazioni sboccate e blasfeme, tra espressioni scurrili e bestemmie costellano l'ordinanza di custodia cautelare di don Riccardo Seppia, il cinquantunenne parroco della chiesa di Santo Spirito arrestato venerdì sera per violenza su minore (un bacio forzato e palpeggiamenti) con l'aggravante di aver agito nei confronti di persona in stato di inferiorità psichica o fisica, e cessione di cocaina (in cambio di favori sessuali da parte di altri giovani, maggiorenni). Per la droga è indagato un altro genovese, sempre di Sestri, commerciante di abbigliamento. Il sacerdote a quanto pare sosterrà che quei messaggi sul cellulare, quelle conversazioni scurrili svelate dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, in canonica, disposte dal 20 ottobre dell'anno scorso, erano un gioco erotico tra adulti, solo parole, mai fatti. Anche quella frase «L'ho già baciato in bocca» riferita a un chierichetto quindicenne. Al momento don Riccardo Seppia si è avvalso della facoltà di non rispondere quando è stato ascoltato ieri dal gip Annalisa Giacalone, che l'ha trattenuto in carcere per il pericolo di reiterazione del reato e dell'inquinamento delle prove. «Aspettiamo di valutare bene il materiale probatorio contenuto nell'ordinanza, per capire quali sono le accuse» spiega l'avvocato Paolo Bonanni, annunciando per i prossimi giorni la richiesta di rispondere al pm Stefano Puppo. Però il chierichetto aggredito in parrocchia sarebbe già stato sentito dai carabinieri e avrebbe confermato il tentativo di bacio. Un altro minore, subissato di sms e inviti, dovrebbe essere sentito a breve. Sono audizioni difficili, durante le quali gli investigatori (i carabinieri dei Nas, cui sono stati trasmessi gli atti dai colleghi milanesi arrivati al sacerdote durante un inchiesta su spaccio di sostanze dopanti e stupefacenti in palestre e discoteche) si avvalgono dell'ausilio di psicologi. «I ragazzi si vergognano a raccontare, ad ammettere» ha spiegato un inquirente. Sono al vaglio almeno cinquanta sms e altrettante telefonate definite «inequivocabili». Stando alle conversazioni, dopo aver contattato i ragazzi, i pusher ne avrebbe dato il numero di telefono al sacerdote, che li avrebbe pagati in dosi di cocaina o con 50 euro a incontro. «Ci hanno fatto ascoltare le intercettazioni telefoniche nelle quali si sentono commenti terrificanti di quell'uomo nei confronti dei nostri figli. Sono cose inaudite, indicibili e irripetibili» dichiara uno dei padri convocati nei giorni scorsi dai carabinieri. All'esame degli investigatori anche i tre computer sequestrati in canonica: la ricerca di partner avveniva anche tramite chat. Don Riccardo è in cella da solo, nel carcere di Marassi. Appena arrivato ha incontrato il cappellano, ieri lo psicologo. Apparentemente ha un comportamento equilibrato. «Ha letto i giornali ed è addolorato per quanto hanno detto di lui i suoi parrocchiani», ha riferito il legale, che ha parlato con lui circa un'ora ieri mattina prima dell'incontro con il giudice. L'indagine è tutt'altro che conclusa. Prosegue il filone milanese, ma prosegue anche l'inchiesta genovese. Se l'ordinanza è di una quarantina di pagine, il fascicolo, sulla scrivania del pm, è impressionante. |
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