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  Pedofilia: Giro Di Vite in Vaticano, Vincoli Per I Vescovi

The Blitz
May 15, 2011

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CITTA' DEL VATICANO 15 MAG Un vinco – CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG – Un vincolo per i vescovi a collaborare con le autorita' civili, denunciando alla magistratura i casi di pedofilia che coinvolgano sacerdoti. Potrebbe essere questa la novita' piu' importante contenuta nel documento diretto a tutte le Conferenze episcopali con le indicazioni da adottare contro la pedofilia, che il Vaticano rendera' noto domani. E in cui dovrebbero comparire anche misure per la protezione dei bambini e la selezione dei preti. Di certo, questo e' quanto la comunita' civile si attende. Le vicende di abusi commessi da religiosi, alcune delle quali riemerse dal passato in diverse parti del mondo, hanno provocato forti reazioni e sono state un duro colpo per il Vaticano. In Italia, l'ultimo caso e' di ieri con l'arresto di don Riccardo Seppia vicino Genova. Un episodio, venuto a galla nell'ambito di un'altra inchiesta, che ha scosso l'opinione pubblica, ha indotto la Curia a sospendere il sacerdote e l'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, a prendere posizione. Quel che e' certo e' che il testo che sara' reso noto domani non e' una 'moral suasion', ma "ha forza di legge, cioe' ha valore normativo e sara' vincolante", come spiega monsignor Girotti, reggente della Penitenzieria vaticana, che conosce bene il diritto canonico. Ma cosa succede attualmente quando ci siano dei forti indizi di pedofilia su un ecclesiastico? "Si apre un'inchiesta preliminare in capo al vescovo, nel caso in cui si tratti di un sacerdote diocesano, e in capo al superiore, in caso di un ecclesiastico che appartenga a una congregazione. Qualora si accertino responsabilita', il caso viene deferito alla Congregazione per la Dottrina della fede, che e' un organismo vaticano ed e' un tribunale. La Congregazione puo' assumere direttamente il processo o delegarlo all'autorita' del vescovo e se la sentenza e' di condanna puo' arrivare fino alla riduzione allo stato laicale. Se il caso e' molto grave e la colpevolezza evidente fin dall'inizio, lo si puo' presentare al Papa, accompagnato da una documentazione che comprovi la gravita' e l'urgenza del provvedimento". Tutto l'iter della causa e' soggetto al segreto pontificio, che e' da intendersi alla stregua del "segreto istruttorio, anche a tutela di chi subisce il processo". E la giustizia civile? In realta' allo stato attuale "nel diritto canonico – spiega monsignor Girotti – non c'e' un obbligo a presentare denuncia alle autorita' civili". Questo pero' non impedisce a un vescovo di rivolgersi ai magistrati, se lo ritiene necessario. E, anzi, nei mesi scorsi fu lo stesso procuratore della Giustizia vaticana, mons. Charles Scicluna, a dichiarare che il segreto pontificio non deve mai impedire la denuncia alle autorita' civili. Il documento che il Vaticano presentera' domani era stato annunciato a luglio, quando venne emanato un aggiornamento delle norme canoniche sui 'gravioribus delictibus', tra cui ricade la pedofilia. Gia' li' erano contenute importanti novita'. In particolare, un'estensione a 20 anni della prescrizione per gli abusi su minori, con il termine che, tra l'altro, inizia a decorrere dal giorno in cui il minore compie 18 anni, che ne amplia ulteriormente la durata. E l'estensione della qualifica di 'delitto' anche agli abusi contro chi abbia "un uso imperfetto della ragione" e all'acquisizione, detenzione e divulgazione di materiale pornografico.

 
 

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