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Pedofilia, Vittime USA Al Papa: «Vogliamo Fatti, Le Scuse Non Bastano» Il Messaggero June 8, 2010 http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=105603&sez=HOME_NELMONDO La Cei ai sacerdoti: «Siamo fieri di voi, contro di voi accuse generalizzate che gettano il sospetto su tutti» ROMA (8 giugno) - «Non c'e perdono senza giustizia». Ad affermarlo sono alcune vittime statunitensi di abusi da parte di preti pedofili, riunite nell'associazione Survivors Network of those Abused by Priests (Snap). L'associazione si aspetta scuse ufficiali da parte di Benedetto XVI questo giovedi in occasione dell'incontro con i sacerdoti di tutto il mondo, ma chiede che al mea culpa seguano «azioni concrete da parte del Papa, della Curia e dei vescovi di tutto il mondo» per prevenire nuovi abusi e denunciare alle autorita civili chiunque abbia abusato o coperto abusi. Nella conferenza stampa svolta stamane a Roma, a margine della chiusura dell'anno sacerdotale, l'associazione ha inoltre fatto tre richieste: «Innanzitutto deve essere attuata una drastica linea di tolleranza zero attraverso la rimozione immediata di chiunque abbia abusato di minori e di quanti, pur essendo a conoscenza di questi crimini, non hanno preso provvedimenti». Il secondo passo, hanno proseguito, deve dare «completa trasparenza sulla condotta del Papa», e «il suo coinvolgimento negli scandali di pedofilia fin da quando era a capo della Congregazione per la dottrina della fede». Infine, le vittime degli abusi hanno chiesto una vera e propria «resa dei conti morale» da parte di papa Ratzinger che comporti, fra l'altro, una inchiesta completa e indipendente sul ruolo avuto da Giovanni Paolo II nella gestione dei casi di abusi sessuali commessi da preti. «Cio che chiediamo al Papa e di assumersi una responsabilita personale completa», hanno proseguito le vittime americane che durante la conferenza stampa hanno tenuto in mano gigantografie dei volti del segretario di stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, del precedente segretario di stato, il cardinale Angelo Sodano e del cardinale Dario Castrillon Hoyos, tutti accusati dai membri di Snap di essere coinvolti nella copertura di abusi in vari Paesi del mondo. Un ruolo decisivo, secondo le vittime Usa, rivestirebbe anche l'attuale capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Levada. Tra le «immediate misure globali per proteggere i bambini» richieste dallo Snap al Papa c'e infatti quella di ordinare alla Congregazione di «girare immediatamente alle forze della giustizia internazionale le prove dei 4mila casi di abusi raccolte» dall'ex Sant'Uffizio. «Finche non vengono prese iniziative concrete - hanno ribadito - le scuse non servono a nulla e gia molte vittime temono che ancora una volta la Chiesa stia facendo promesse sulla lotta alla pedofilia ma continui in realta ad insabbiare». «Gli abusatori prima ti rubano il corpo e poi la voce ma noi non possiamo piu stare in silenzio - hanno aggiunto i rappresentanti di Snap - perche molti pedofili svolgono ancora il loro ministero. Molti di loro sono stati semplicemente spostati da una diocesi all'altra, mentre nessuna punizione e stata inflitta ai vescovi che si sono dimessi». «Il Papa si assuma la responsabilita di tutto cio e ripulisca la Chiesa da ogni uomo o donna che ha abusato di minori. Non chiediamo ne terapie, ne risarcimenti ma una tolleranza zero totale e immediata che consegni i pedofili alla giustizia».La Cei ha affidato invece ad un messaggio scritto la valutazione dell'operato dei sacerdoti. Oggi e stato diffuso un testo in occasione della conclusione dell'anno sacerdotale che sta volgendo al termine, nel quale i vescovi sostengono di essere «fieri» dell'operato dei sacerdoti, nei cui confronti sono state mosse «accuse generalizzate, che hanno prodotto amarezza e dolore». Proprio in quest'anno sacerdotale indetto da Papa Benedetto XVI e scoppiato lo scandalo della pedofilia nella Chiesa. Il messaggio era stato approvato il 28 maggio scorso al termine dell'ultima assemblea generale della Cei ma e stato diffuso solo oggi. Vescovi esprimono vicinanza e gratitudine ai sacerdoti. «Incalzati da accuse generalizzate, che hanno prodotto amarezza e dolore e gettato il sospetto su tutti - si legge nel messaggio diffuso dalla Cei - abbiamo pregato e invitato a pregare per voi. Non sono mancate occasioni di ascolto e di dialogo per condividere la grazia e la benedizione del ministero ordinato. Ora, tutti insieme vogliamo esprimervi la nostra cordiale stima e vicinanza, ispirata dalla comune responsabilita ecclesiale. La nostra vuole essere, anzitutto, una parola di gratitudine. Noi siamo fieri di voi! Il bene che offrite alle nostre comunita nell'esercizio ordinario del ministero e incalcolabile e, insieme ai fedeli noi ve ne siamo grati». «Il male non avra mai l'ultima parola - hanno assicurato i vescovi italiani ai sacerdoti - ci invitiamo a vicenda a perseverare nel cammino di conversione e penitenza. La consacrazione non ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno ne ci rende impeccabili, ma ci assicura che il male non avra mai l'ultima parola, perche chi si fa carico del proprio peccato puo sempre rialzarsi e riprendere il cammino. La chiamata che ci ha afferrato e plasmato ci aiutera a superare anche le tribolazioni di questo tempo, corrispondendo con rinnovato slancio al mandato che ci e stato affidato». |
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