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  8x1000, Piu Soldi Al Molise Che Al Terzo Mondo

By Raphael Zanotti
La Stampa

August 4, 2008

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200808articoli/35394girata.asp#

Del denaro lasciato dai contribuenti allo stato, in Asia e Africa sono arrivate briciole. E la Chiesa spende in carita solo il 20%

La televisione, dove l’unico spot circolante e quello della Chiesa Cattolica, ci ha abituati a pensare all’8x1000 come a una magnifica occasione per aiutare i derelitti della Terra. Nelle pubblicita compaiono bambini di Paesi poveri, fame e miseria. Far tornare un sorriso su quei volti emaciati e facile: basta apporre una firma sulla dichiarazione dei redditi e si destina una quota dell’Irpef a quelle popolazioni in difficolta.



Una bella favola. Peccato che resti, appunto, una favola. La Chiesa Cattolica destina solo il 20% di quello che riceve con l’8x1000 per fare della carita (fonte Cei). Il resto lo incamera. Le istituzioni laiche non fanno meglio. Tra il 2001 e il 2006 lo Stato italiano, attraverso l’8x1000, ha destinato all’Africa 9 milioni di euro per combattere la piaga della fame: un quinto di quanto ha dato per la regione Lazio (43 milioni). E pensare che il Continente Nero, con i suoi oltre 800 milioni di abitanti, ha preso piu degli altri. All’Asia, 4 miliardi di individui, e arrivato un milione e mezzo: il prezzo di una villa in Sardegna. O se si preferisce un quarto di quanto il governo ha stanziato - prelevandolo dallo stesso fondo - al solo Molise (7,2 milioni di euro). Seguono l’America Centrale con 610mila euro e quella Meridionale con 560mila, poco piu e poco meno di 10mila euro all’anno.

E sarebbe andata ancora peggio se nel 2006 tutta la quota statale, ovvero 4,7 milioni di euro, non fosse stata completamente destinata a progetti contro la fame nel mondo. Evidentemente la beneficenza va di moda solo negli spot. Secondo la sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti dal 2001 al 2006 lo Stato italiano ha elargito 272 milioni di euro grazie all’8x1000 degli italiani. Ma se si vanno a guardare le aree di intervento, le differenze sono enormi: 179 milioni (il 66%) sono serviti per finanziare progetti di conservazione di beni culturali; 59 milioni (il 22%) per affrontare calamita naturali; 22 milioni (l’8%) per l’assistenza ai rifugiati; solo il 4% e andato a progetti contro la fame nel mondo.

Una scelta difficile da spiegare, a meno che non si entri nel dettaglio e s’intuiscano alcuni meccanismi che governano la classe politica italiana. Se si scorrono i progetti finanziati nei sei anni presi in esame, si scopre che il 40% circa ha riguardato il restauro di chiese, abbazie, conventi e parrocchie. Un aspetto che non e sfuggito alla Corte che, in adunanza pubblica, ha chiesto conto alla rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attivita Culturali di tanti finanziamenti a enti religiosi. La risposta e stata che il patrimonio artistico, culturale, storico e architettonico degli enti religiosi in Italia e di grande eccellenza. Vero, ma la Corte non ha potuto che richiamare alle norme che regolano la distribuzione dell’8x1000 e che parlano di bilanciamento nella scelta dei progetti e di urgenza degli stessi.

La disparita di trattamento, invece, e evidente. Tanto piu se si tiene conto di altri dati. I numeri parlano da soli: i 315 milioni di euro attribuiti allo Stato dal 2001 al 2007 impallidiscono di fronte ai 6.546 milioni ricevuti dalla Chiesa Cattolica. E il ritorno dello spot televisivo? I creativi sono bravi, ma non cosi tanto. A meno che non si voglia annoverare in questa categoria (e il personaggio di sicuro lo merita) anche l’attuale ministro delle Finanze Giulio Tremonti. E sua l’idea del meccanismo di redistribuzione che tanti mal di pancia fa venire ai laici che siedono in Parlamento ma non solo.

Non tutti gli italiani dichiarano a chi deve andare il loro 8x1000. Solo il 40% lo fa scegliendo tra Stato, Chiesa Cattolica, Valdesi, Luterani, Comunita ebraica, Avventisti o Assembleari. E il restante 60%? In altri Paesi, dove la donazione deve rispecchiare una volonta esplicita del contribuente, questa quota rimane allo Stato e quindi a disposizione di tutti. In Italia viene invece ridistribuita secondo le proporzioni del 40%, dove i cattolici vanno forte. Alla fine circa il 90% dell’intero gettito va alla Chiesa. Si tratta di quasi un miliardo di euro all’anno, 991 milioni nel 2007.

E pensare che quando nacque l’8x1000, la sua funzione era quella di sostituire la congrua per il pagamento dello stipendio ai sacerdoti. Lo Stato era anche disposto a mettere di tasca propria il denaro necessario per arrivare alla cifra di 407 milioni di euro nel caso i fondi fossero risultati insufficienti. Oggi gli stipendi dei preti rappresentano un terzo dell’8x1000 che va alla Chiesa, ma nessuno ha mai osato mettere in discussione la cifra, nemmeno la commissione bilaterale italo-vaticana che aveva il compito di rivedere le quote nel caso il gettito fosse stato eccessivo.

Del fiume di denaro che va alla Chiesa Cattolica, la Cei destina il 20% per opere caritatevoli, il 35% per pagare gli stipendi dei 38mila sacerdoti italiani e il resto, circa mezzo miliardo di euro, viene ufficialmente utilizzato per non meglio precisate «esigenze di culto», «catechesi» e «gestione del patrimonio immobiliare». Forse anche per questo lo slogan scelto dai Valdesi per un loro spot radiofonico di qualche tempo fa era: «Molte scuole, nessuna chiesa». La pubblicita in questione e stata vittima di una sorta di censura: per mesi non e stata mandata in onda. Non e l’unica disparita che lamentano le altre confessioni religiose.

Diversamente dai cattolici, infatti, Valdesi, Luterani, Comunita Ebraiche, Assembleari e Avventisti ottengono i fondi (volontariamente sottoscritti dagli italiani) solo dopo tre anni. Alla Cei, invece, lo Stato versa un anticipo del 90% sull’introito dell’anno successivo. Le vie del Signore, in alcuni casi, si fanno scorciatoie. Ma le disparita tra religioni diverse non sono le uniche che si possono riscontrare tra i finanziamenti statali dell’8x1000.

Nonostante i criteri di scelta dicano che, per finanziare i progetti, e necessario tener conto di vari fattori, tra cui anche quello della maggiore o minore popolazione presente sul territorio su cui insiste il progetto, ci sono regioni che paiono baciate dalla fortuna. In sei anni all’Abruzzo sono andati 13 milioni di euro, quanto la Sicilia e la Toscana, e quattro volte l’Umbria (3 milioni di euro). E che dire delle Marche (22 milioni di euro), che ha ricevuto piu del doppio di una regione come il Piemonte? Capire perche questo accade e praticamente impossibile.

Il Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio, che si occupa della distribuzione dei fondi, dichiara di aver tenuto conto dei criteri scelti dalla Presidenza, ma anche «della commissione tecnica di valutazione», dei «pareri non vincolanti delle Camere», di imprecisate «indicazioni arrivate da autorita politiche» e dei suggerimenti delle «commissioni parlamentari». Come dire: di tutti. Il risultato e stata la solita guerra tra lobby, che pero ha provocato un effetto perverso: l’enorme frammentazione dei finanziamenti.

Se ognuno vuole la sua fetta di torta, per quanto piccola, l’esito e scontato: l’8x1000 si perde in una serie infinita di rigagnoli. Il 78% dei finanziamenti erogati, ovvero tre su quattro, e inferiore a 500.000 euro. Quasi la meta (43,22%) e compreso tra i 100 e i 500 mila euro. Chi dovrebbe evitare tutto questo e la Presidenza del Consiglio. Per legge dovrebbe essere il filtro che da unitarieta e razionalita agli interventi, ma non accade.

La Corte rileva che i ministeri si rivolgono direttamente al dicastero delle Finanze per i progetti. Questo ha un ulteriore conseguenza: se si elimina la responsabilita della Presidenza del consiglio, chi controlla gli esiti dei lavori? Il regolamento stabilisce che, passati 21 mesi, se questi non sono iniziati, il finanziamento viene revocato. Sarebbe dovuto accadere per esempio per la Chiesa della Martorana di Palermo, per il Complesso di Santa Margherita Nuova in Procida o per la Chiesa di santa Prudenziana a Roma. Non e avvenuto.

Di fronte a questi risultati non stupisce la disaffezione dei cittadini. Nel 2004 il 10,28% dei contribuenti aveva affidato il suo 8x1000 allo Stato. La percentuale e scesa all’8,65% nel 2005, all’8,38% nel 2006 e al 7,74% nel 2007. Forse avranno contribuito le leggi che in questi anni hanno decurtato la quota statale senza tener minimamente conto delle finalita per cui era stato istituito l’8x1000. Nel 2001 sono stati prelevati 77 milioni di euro per finanziare la proroga della missione dei militari italiani in Albania e nel 2004 il governo Berlusconi ha deciso una decurtazione di 80 milioni di euro anche negli anni successivi per sostenere la missione italiana in Iraq. Le decurtazioni dal 2001 al 2007 sono ammontate a 353 milioni di euro, piu dei 315 milioni rimasti nel fondo 8x1000. Siamo lontani anni luce dai bambini dello spot in tv.

[translation of excerpts from a longer article]

8x1000, more money to the Molise region than to the third world


Of the money the taxpayers gave to the Italian State for charity, Asia and Africa got only some crumbs. And the Church spends for charity only 20%.

The Italian TV, where the only related spot is made by the Catholic Church, depicts the 8x1000 (the amount of money destined to charity calculated on the basis of the total income of each Italian taxpayer) as a magnificent opportunity to help the derelicts of the earth. There appear children of the poor countries, hungry and miserable. To have those emaciated faces smile again is easy: just a signature in the tax form and a quota of your “Irpef” (the personal earned yearly income) will be delivered to them.

A nice tale. It’s a pity that it remains only a tale. The Catholic Church gives for charity only 20% of that 8x1000 ( the source is the Conferenza Episcopale Italiana: the Italian Episcopal Conference). The remaining part remains in their pockets. The secular institutions don’t do better. Between 2001 and 2006 the Italian State, one of the possible beneficiaries of that same 8x1000, gave to Africa 9 million euros to fight hunger, which is one fifth of the amount given to the Lazio region (43 million euros). To think that the black continent, with over 800 million inhabitants, got even more than Asia, 4 billion inhabitants, which received only 1 million and half euros: the price of a villa in Sardinia. Or, better, a quarter of what the government granted – the money came from that same 8x1000 – the Molise region (7,2 million euros). There follow Central America with 610.000 euros and Southern America with 560.000 euros, more o less about 100.000 euros for each year.

Evidently charity is fashionable only in the TV ads. According to the state’s administrative control branch the 8x1000 money given by the taxpayers to the Italian state amounted to 272 million euros. But it was mainly used (66%) to finance works for the conservation of cultural infrastructure , while only 4% was used for projects to alleviate hunger in the world.

In those years mentioned above the State used 40% of the money for restoring churches, abbeys, convents and parishes.

The Catholic Church received in those years 6.5 billion euros (enormously more than the 315 million received by the Italian state). That’s due to the mechanism invented in the past by the then and present Minister of Finance Mr. Giulio Tremonti.

In fact, not all taxpayers indicate in the form which is the institution the 8x1000 of their yearly income must be given to. Only 40% of them does the choice between the Italian state, Catholic Church, Valdese church, Lutheran Church, Jewish Community, Adventists etc. What about the remaining 60%?

In other countries, where the donation must reflect the explicit will of the taxpayer that quota remains in the State’s coffers, that’s available for all. In Italy it is instead redistributed according to the proportions of that same 40%, where the catholic one is very high. In the end about 90% of the entire amount is given to the Catholic Church. It’s almost one billion euros a year, 991 million euros in 2007.

Originally the institution of the 8x1000 was only meant to replace the money which was used to pay the stipends to the priests. Those stipends amount now only to one third of the total 8x1000 the Catholic Church receives and the bilateral Italian State -Vatican State commission, charged to review the total amount in case it resulted excessive, has never done anything.

The Italian Episcopal Conference uses 20% of the money for charities, 35% for the stipends of the 38.000 Italian priests and the remaining part, about half a million euros, for not very well specified “cult necessities”, “catechesis” and for “real estate administration expenses”. That was the reason the Valdese Church tried to make a criticism through the radio which said :”Many schools, no churches”. The airing of the spot was denied for about six months. Among the many disparities of treatment the other confessions are lamenting from is that they get the money only after three years, while the CEI is granted 90% of advance money regarding the year after.

 
 

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