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Wiretappings in Italy: No to Any Privileges under the Name of Faith By Maria Bonafede Notizie Radicali July 11, 2008 http://www.radicali.it/newsletter/view.php?id=126025&numero=9141&title=NOTIZIE%20RADICALI Intercettazioni: no a privilegi in nome della fede Ha ormai quasi un mese il disegno di legge approvato all’unanimita dal Consiglio dei ministri in materia di intercettazioni telefoniche: voglio entrare nel merito soltanto dell’articolo 12 comma 2, lettera C del decreto in cui si prevede che un magistrato che indaga su reati imputati a un religioso cattolico, debba informare il vescovo competente; qualora l’indagine riguardi un vescovo il magistrato deve informare la Segreteria di Stato Vaticana. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha subito specificato che non si tratta di un favore riservato alla chiesa cattolica, ma che potra essere applicato anche alle confessioni religiose che abbiano stipulato un’intesa con lo stato. Poiche la chiesa valdese ha un’intesa con lo stato, anzi ha firmato nel 1984 la prima delle intese previste dall’art.8 della Costituzione, come moderatore della Tavola valdese mi sento interpellata dal dottor Letta, lo ringrazio del pensiero che comprendo come un pensiero inclusivo, ma mi sento di rispondere: “Caro dottor Letta, no grazie”, e provo ad argomentare. Il primo argomento e che credo profondamente che la legge debba essere uguale per tutti. Questa dichiarazione che campeggia in ogni tribunale d’Italia e che fa si che ogni cittadino/a sia uguale davanti alla legge, e a mio avviso un pilastro di giustizia e una garanzia fondamentale per ogni persona. Una deroga a questo principio, anche se estesa a piu soggetti, rimane una deroga a mio avviso insostenibile senza far crollare l’assunto, e per questo inaccettabile.. Il fatto che, come e stato detto, questo articolo del decreto legge si limita a esplicitare una norma gia contenuta nel Concordato nel 1984, non mi consola affatto, anzi mi preoccupa, perche non il Concordato ne le intese con le altre confessioni religiose possono essere in contrasto con un caposaldo della Costituzione come quello che mette tutti i cittadini allo stesso livello davanti alla legge. Ma ci sono altri due ordini di motivi con cui vorrei argomentare il nostro diniego: uno civile e laico, l’altro propriamente teologico. Non ci interessa un privilegio di questo tipo perche crediamo fermamente che chiesa e stato abbiano competenze diverse: e se non possiamo tollerare che lo stato interferisca nella libera testimonianza della chiesa o di qualsiasi altra comunita di fede, al tempo stesso non vediamo la ragione per la quale la chiesa dovrebbe essere coinvolta nell’azione di un organo dello stato quale la magistratura. Come cittadini italiani fatichiamo davvero a comprendere come e perche la giustizia italiana, ad esempio nel caso di reati sessuali nei confronti di minorenni, sarebbe meglio tutelata se si informassero le autorita religiose cattoliche dei procedimenti in corso. Non lo crediamo affatto e ci pare davvero anomalo che un provvedimento di questa natura sia stato inserito nel quadro di una norma sulle intercettazioni telefoniche. La seconda ragione e strettamente connessa alla nostra idea della testimonianza cristiana. Siamo convinti che la chiesa debba testimoniare l’Evangelo senza i condizionamenti che le derivano da riconoscimenti speciali, privilegi, concessioni da parte del potere politico. Come cristiani evangelici sentiamo che il Signore ci ha chiamati ad essere testimoni della sua Parola: e la sua Parola, libera e disarmata, e la nostra forza. [translation] Almost a month has passed since the bill approved unanimously by the Council of the Italian Ministers about the procedure the prosecutors must follow in case of wiretappings: I only want to deal with art. 12, comma 2, letter C of that decree, whereby it is stated the magistrate investigating alleged crimes committed by the catholic clergy must inform the bishop of their diocese: if the investigation involves a bishop then the magistrate must inform the Vatican State Secretary. The undersecretary to the President of the Council of Ministers, Gianni Letta, specified at once that the procedure wasn't meant to do a favor to the catholic church, but that it could also be implemented in favor of the religious confessions which had stipulated an accord with the State. Having the Valdese church stipulated an accord with the Italian state, according to art. 8 of the Constitution, as the moderator of the Tavola Valdese I feel to be involved in this issue raised by Dr. Letta. I thank him for his statement which can be interpreted as the will to be inclusive, but I feel to answer: "Dear Dr. Letta, no thanks", and now I try to explain myself. My first argument is that I deeply believe the law must be applied equally to everyone. It's a declaration which is written in clear letters in every Italian tribunal and it provides every citizen must be treated in the same way according to the law, is in my opinion a fundamental pillar of the justice system. An exception to this principle, even if extended to more than one party, can't be accepted, because it will be at the cost of the disrespect of that main principle. The fact that, as it has been said, the proposal is meant to respect what was written when the Concordato (the 1929 Accord between Church and State) was updated in 1984, doesn't console me at all, on the contrary it preoccupies me, for neither the Concordato nor other accords made with other religious confessions can be in contrast with the mainstay of the Constitution, that's is every citizen is equal in front of the law. But there are two other reasons which can support our refusal: one having a secular character and the other a theologic character. We are not interested in such a kind of privilege because we firmly believe that church and state have a different role: while we can't tolerate the state's interference in the free activity of a church and any community of the faithful, at the same time we can't see for what reasons the church must be involved in the action of a branch of the State such as the judiciary. As Italian citizens we can't really understand why justice in Italy, for example in matter of sexual crimes against minors, would be much more respected if the catholic authorities can be informed about the ongoing judiciary proceedings. We don't believe in that at all and it seems very anomalous that such a provision could be added to the articles of a bill about the procedure to follow in case of telephone wiretappings. The second reason is strictly connected with our idea of christian witnessing. We are convinced the church must be a testimony of the Gospel without being affected by special acknowledgements and privileges granted by the political power. As evangelical christians we feel the Lord called us to be witnesses of his Word: and His Word, free and disarmed, is our force. |
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