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" IL Vescovo E IL Suo Vice Firenze, Resa Dei Conti in Curia Dopo Lo Scandalo By Guido Ruotolo La Stampa September 20, 2007 http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200709articoli/25919girata.asp Andammo da don Claudio e gli raccontammo delle violenze fisiche e psicologiche di don Cantini. Lui non fece nulla. Anzi, continuò a frequentarlo. E adesso che se ne sta occupando la magistratura, don Claudio diciamo che invita tutti al silenzio». «Don Cantini chiese al Vescovo di sciegliere: o loro o noi e il Vescovo scelse loro, gli integralisti». «Da tempo si sapeva che sarebbero stati trasferiti. Ma dopo quello che è stato scritto, se il Vescovo Antonelli e l'ausiliare Maniago rimarranno a Firenze, perché il loro trasferimento suonerebbe come una scomunica, per noi sarà la fine». Chiedono l'anonimato. Alcuni sono profondamente «irritati» per la fuga di notizie, preoccupati che l'inchiesta giudiziaria possa essere stata compromessa. Altri, testimoni di un passato che fu, quello del cattolicesimo sociale raccontano della stagione della «restaurazione» e del ruolo avuto dalla parrocchia «Regina della Pace» di don Cantini. Preoccupati, tutti, dalla reazione ufficiale della Curia e della Diocesi di «difesa a oltranza» del Vescovo ausiliare, Claudio Maniago.
Sono preti e laici di una Chiesa, quella fiorentina, che continua ad essere profondamente divisa. Forse sono solo testimonianze «residuali» di una Chiesa che sta all'«opposizione» e che rappresenta solo se stessa. Colpisce in ogni caso che sono loro che hanno «aperto» l'inchiesta giudiziaria della Procura di Firenze su una parte molto importante del clero fiorentino. Ma che c'entra l'Isolotto con don Cantini, un prete «condannato» dallo stesso Vescovo Ennio Antonelli che lo ha ritenuto «responsabile di delittuosi abusi sessuali, di falso misticismo, di controllo e dominio delle coscienze»? A sentire un «partigiano» di quella «storica e feconda stagione», quando la Santa Sede inviò a Firenze il Cardinale Florit per «normalizzare» la Chiesa, don Cantini, «espressione di un gruppo integralista non isolato», ebbe un ruolo «importante» nel nuovo corso: «Il vero scandalo che sta emergendo oggi - spiega un sacerdote importante - non è quello degli abusi sessuali ma di un Chiesa che si fonda sul potere, sul denaro e l'omertà». Parole forti, che se non provenissero da un sacerdote suonerebbero come «provocazione». Fu lui, don Lelio Cantini, a «plasmare» nuove leve di sacerdoti. Claudio Maniago, l'allievo «prediletto» nasce così. E se è vero che la Procura di Siena ha voluto precisare che tra la sua inchiesta e quella di Firenze non vi sono collegamenti, colpisce che un altro sacerdote fiorentino sussurri: «L'economo della Curia senese, monsignor Acampa, è amico del Vescovo Maniago. Acampa, per un certo periodo, ha vissuto a Firenze». Siccome anche la magistratura fiorentina ha raccolto denunce sui patrimoni «acquisiti» da don Cantini e sulle «coperture» che il Vescovo Maniago gli ha garantito, forse non è così campata in aria l'ipotesi di Firenze di allargare l'orizzonte della sua inchiesta. «Era il 2004, quando andammo da don Claudio a raccontare le malefatte di don Cantini». La sofferenza la si intuisce dal tono di voce sommesso. Nella storia della parrocchia «Regina della Pace» c'è anche questo: la delusione che poi si è trasformata in sospetto, in «certezza» che il Vescovo Maniago non solo non capì la gravità delle accuse ma in qualche modo ne fu partecipe. Non fece nulla e continuò a frequentare il «maestro». Quella «certezza» è un tarlo che divora fedeli e clero. |
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